Vestirsi eco-friendly: perché si parla sempre più di fashion sostenibile

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La tendenza di vestirsi in maniera ecosostenibile non è solamente un fatto di moda trendy, ma è un’urgenza, una vera e propria necessità, che deriva dal rispetto e dalla sensibilità verso le tematiche che riguardano il nostro pianeta, ormai in pericolo, sempre più bistrattato. Le alte temperature di oggi, anche in procinto del Natale, ci fanno capire quanto l’inquinamento, l’emissione di Co2 e la cattiva gestione delle risorse umane, animali e ambientali, stiano danneggiando l’ecosistema, favorendo così episodi gravi e pericolosi, fra cui il disboscamento delle foreste e lo scioglimento dei ghiacciai, oltre alla siccità e alle inondazioni che coinvolgono la nostra penisola.
Cosa significa vestirsi eco-friendly e cosa si intende con questo neologismo anglosassone che sentiamo sempre più spesso alla radio, in internet e in TV? Approfondiamo allora insieme un argomento che, ne siamo sicuri, sarà sempre più presente tra store e passerelle dell’haute couture e nell’ambito del fashion marketing.

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Eco-sostenibilità e green fashion style

Bisogna, come prima cosa, sottolineare il fatto che adottare comportamenti e approcci sostenibili significa produrre oggetti inquinando il meno possibile e impattando in maniera minore sull’ambiente: il risparmio sui consumi e la conservazione dell’energia sono due strategie efficaci che conducono a un maggior rispetto verso il pianeta che ci accoglie. Se, fino a solo qualche decennio fa, queste misure ecologiche venivano applicate solamente ai settori industriali e meccanici, in cui le emissioni di gas, fumi e anidride carbonica sono palesi, i tempi contemporanei sono caratterizzati da una profonda sensibilità green da parte di molteplici settori, come quello della moda e dell’industria tessile, per l’appunto. Sì, perché questo campo inquina, a partire dalla procedura di pittura dei tessuti, i cui scarti scaricavano direttamente nelle acque dei mari. Oggi la vera mission del fashion sostenibile, che ovviamente non ha niente a che fare il con il fast fashion o con le catene monomarca cheap, consiste in una serie di parametri ben definiti:

  • abbattere i consumi, utilizzando energie e risorse alternative rinnovabili;
  • ridurre gli sprechi;
  • proporre tessuti realizzati con materiali riciclati;
  • abbracciare strategie eco-sostenibili in fase di produzione;
  • rispettare la manodopera e le risorse umane, animali e ambientali.

Per fare un esempio concreto, sono già molti anni e parecchie stagioni moda che una designer britannica dal cognome noto, come Stella McCartney, ha detto addio non solo all’uso delle pellicce, adottando materiali sintetici ed eco-friendly, ma si adopera nell’adottare strategie eco-green e scelte sostenibili, dall’uso di tessuti riciclati e recuperati da manufatti già esistenti. 

Qui si sta parlando di Haute Couture, di Alta Moda, e specificatamente di lusso eco-chic, ma gli esempi di fashion e abbigliamento più accessibili si possono vedere nei marchi Becotton, Timberland (da sempre amico dell’ambiente e della natura), Patagonia (che propone un’offerta di abbigliamento eco-friendly), Nanushka (brand che progetta abbigliamento eco-green trendy e alla moda), Collina Strada (abbigliamento green new age a favore dell’ecosistema) Mara Hoffman (moda eco-friendly di tendenza per lei, dai colori sgargianti). 

Altri brand eco-sostenibili, selezionati fra quelli internazionali, sono

  • Matty Bovan,
  • Hunza G,
  • Reformation,
  • Johanna Ortiz,
  • Ganni (famoso per gli stivali da cowgirl in pelle ecologica),
  • Rotate,
  • Vitelli,
  • Cormo,
  • Guardini,
  • Calzolari,
  • Veja,
  • By Far (calzature ecologiche e trendy).

Possiamo dire che questi siano i top brand fashion, che hanno abbracciato strategie del tutto sostenibili, dall’utilizzo del riciclo e del recupero di tessuti e materiali, fino alla riduzione degli scarti e dei consumi nell’aria, nei mari, dei rifiuti in generale che vengono abbattuti, smaltiti e a loro volta rigenerati. 

Il concetto della ciclicità nella moda eco-sostenibile

Per comprendere veramente quale sia la portata della moda sostenibile, bisogna capire cosa si intenda con ciclicità delle risorse e delle materie prime: i materiali che vengono utilizzati sono spesso recuperati dai mari, in particolare dalla plastica che inquina le nostre acque, e quindi trasformati in tessuti e rivestimenti come PET o Ortholite, che vengono impiegati, ad esempio, per la produzione di calzature dall’anima ecologica. Un viaggio, un ciclo che si rinnova e si rigenera, con la missione di ridurre gli sprechi, di abbattere gli scarti, i rifiuti e le emissioni di gas e anidride carbonica: un atteggiamento, questo, che parte dal fashion ecosostenibile ma che si applica anche alle scelte che noi possiamo fare nel nostro quotidiano. Fare del sano decluttering, acquistare e rifornire i mercatini dell’usato, controllare le etichette degli indumenti e acquistare pochi vestiti ma buoni, puntando sul riuso, sono solo alcune delle strategie che si possono inserire nel nostro lifetime. 
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La moda no cruelty che si affaccia nelle scelte ecosostenibili più ricercate

Un settore importante, una branca dell’abbigliamento green è quello del fashion cruelty free, che adotta particolari scelte in favore degli animali, a partire dal rifiuto verso le pratiche della vivisezione. Per fare un esempio concreto, e capire meglio quello di cui stiamo parlando, è sufficiente pensare alla seta ecologica che viene recuperata senza sfruttare il baco da seta e il suo bozzolo: in poche parole, la moda non violenta si fonda sull’abbattimento degli allevamenti intensivi, detti anche concentramenti lager per animali, a favore invece di strutture in cui si rispettano i tempi biodinamici degli esseri viventi, dalle mucche ai bachi della seta, e si produce abbigliamento biologico, tollerante e sensibile, in una parola, friendly. 

Collaborare per un futuro sostenibile

Nell’ottica di una rivoluzione verde verso l’abbigliamento eco-friendly, è fondamentale per le aziende e industrie del settore moda e fashion avvalersi di agenzie di comunicazione e marketing specializzate e sensibili al tema della sostenibilità, questo non solo per calibrare una comunicazione che rispecchia questi valori virtuosi ma piuttosto capace di promuoverli in maniera efficace e rispettosa, sottolineando l’impegno dell’azienda per un futuro più sostenibile. Questo non solo attira un pubblico più vasto e diversificato ma contribuisce anche a costruire un legame più forte e fiducioso tra il brand e i suoi consumatori, oltre a rappresentare un esempio di pratiche e comportamenti virtuosi da emulare e seguire.

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