
Eventi di marketing a Milano da non perdere nel 2025
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Ogni giorno veniamo stimolati da decine di video, da quando accendiamo lo smartphone fino a quando (finalmente) lo appoggiamo sul comodino prima di coricarci. Siamo davvero sicuri di quale lunghezza debbano avere i nostri contenuti per essere ricordati ed essere proficui dal punto di vista di engagement e posizionamento? Siamo davvero davanti alla rivoluzione della durata nei confronti del contenuto che vogliamo veicolare? La risposta è complessa e articolata, ma non è una questione di formato video o di minuti, piuttosto di mission che vogliamo raggiungere e di empatia con la nostra community. Ancora una volta il nostro obiettivo è creare un legame con il pubblico che ci segue e abbiamo a disposizione due strategie video, i reels (short-form video) e youtube (long-form video), ognuno caratterizzato da durata, strumenti e agganci emotivi molto, molto distinti e ben definiti.
Si tratta di due strategie comunicative diverse che mostrano un appel diversificato sugli utenti, andando a coinvolgere diversi gradi di attenzione e concentrazione. Per farla breve: reels o Youtube? Quando è bene puntare su un video corto e incisivo? Quando, al contrario, la mossa vincente è approfondire con un contenuto multimediale più lungo e articolato? Non si tratta di una guerra tra bande, ma bensì di una strategia di comunicazione che deve essere ben ponderata e va fatta con cognizione di causa e consapevolezza.
La prima distinzione parte dalla base: Instagram e Youtube sono due piattaforme completamente differenti, anche se entrambe propongono contenuti multimediali. IG si basa quasi principalmente sullo scroll, sull’azione veloce di scorrere i video sullo schermo dello smartphone, mentre Youtube implica una ricerca intenzionale e si basa su una community con interessi e passioni specifiche. Il contenuto si deve adattare al pubblico a cui si rivolge, e non viceversa: per questo motivo è molto importante diversificare i video che si pubblicano su una o l’altra piattaforma.
Per sintetizzare, i reels sono contenuti brevi e incisivi che catturano l’attenzione dello spettatore nei primi 5-5 secondi, e per questo devono essere corti, veloci e con un incipit estremamente grippante. Il popolo di Youtube, invece, si coltiva come un orticello e costruisce relazioni nel lungo tempo.
Questa prima distinzione serve solo a definire il contesto e l’area di appannaggio di ciascuno dei due formati, che solo apparentemente giocano in due campionati differenti ma non gareggiano, finiscono per collaborare insieme e diventare soci in azione. Un coach può fornire un’anteprima dell’argomento che desidera trattare attraverso un reel, in modo da catturare l’attenzione dello spettatore e conquistarlo con frasi a effetto, intrattenimento rapido, musiche e montaggio accattivante; una volta agganciato l’utente, potrà approfondire attraverso un video su Youtube che diventa una fonte multimediale efficace per istruire e informare, educare l’audience con un contenuto lungo, articolato e ricco di particolari.
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I reels sono la nuova frontiera degli short – form video, largamente utilizzati da differenti categorie come content creator che si occupano di beauty, food creator, ma anche piccoli e medi imprenditori, ristoratori e proprietari di strutture ricettive. In poche parole, i reels sono un bacino di intrattenimento efficace che divertono, catturano l’attenzione, colpiscono gli utenti di una community vivace che segue contenuti nel quotidiano; i reels di IG, in poche parole, generano awareness, la consapevolezza del pubblico che si costruisce e si consolida giorno dopo giorno con contenuti accattivanti e stimolanti, brevi, concisi. Come spiegano content creator esperti, che sanno come fare il loro lavoro, i reels sono fondamentali in un contesto come Instagram perchè sono, per fare una simpatica metafora, il pane quotidiano che nutre l’algoritmo, il calcolatore che sta alla base di quello che vediamo e che ci viene proposto dal social. Si tratta di un incantesimo, si compie la cosiddetta magia del pollice: i reels costruiscono engagement algoritmico perché rinforzano l’aggancio dell’utente su quel particolare profilo, che sia food, beauty, turismo, cultura, moda e spettacolo e così via. I reels servono, quindi, ad agganciare lo spettatore e ad aprire una porta, a creare relazioni: quando, però, è necessario soffermarsi con video più lunghi e con un più ampio respiro? Quando è bene approfondire con un video più lungo e ricco di dettagli, più chiaro, che propone informazioni distribuite nel tempo? Lo spazio della durata è quello di Youtube, che si fonda sulla riflessione e su una community coinvolta, motivata, che ricerca informazione con consapevolezza.
In un’epoca dominata da pixels, dove basta un click per distruggere migliaia di dati e informazioni, in mondo dove tutto corre all’impazzata e fugge, la durata è diventata davvero un atto di fiducia, un segno di empatia. Un long-form video ha questa missione, quella di costruire relazioni a lungo termine con lo spettatore, di consolidare un rapporto attraverso il potere della narrazione e la capacità di entrare in contatto con lo spettatore smuovendo emozione, ricordi, memorie.
Su Youtube l’utente non scrolla ma ricerca in maniera intenzionale e consapevole quello che vuole vedere, il contenuto di cui si vuole informare: può essere un semplice video-tutorial su come aggiustare un rubinetto, come una docu-serie sulla natura o la recensione di un film. L’intenzionalità e la consapevolezza dell’utente, quindi, sono i due criteri che diversificano i video lunghi da quelli corti. Se i reels si basano su un aggancio a primo impatto e sull’intrattenimento, i video di Youtube, al contrario, non sono così volatili come i prodotti di IG ma costruiscono relazioni attraverso la durata e la consequenzialità. Come un romanzo d’appendice, un feuilleton, una storia a puntate, i video di Youtube possono anche costruire un racconto che si sviluppa nel tempo e che stimola lo spettatore ad aspettare con trepidazione e con pazienza, virtù che ormai si stanno sgretolando con pixels vorticosi. Investire su long-form di video di Youtube significa produrre contenuti multimediali di valore, con regia, montaggio, musiche, luci e fotografia pensati, non ci si può improvvisare.
Il reels cattura l’attenzione, seduce, aggrappa con un appeal accattivante; il video lungo ti fa rimanere, ti invita a restare. Le due strategie non devono, però, entrare in conflitto, ma fanno parte di un progetto intelligente e pianificato.
Come un rapporto che si costruisce tra due persone, che sia di amore, amicizia, rispetto, familiarità, tutto parte dalla consapevolezza di un interesse, di un sentimento o semplicemente di un’attrazione; questo è il campo d’azione del reel, del contenuto breve, efficace e incisivo che funziona un po’ come un imprinting, come un colpo di fulmine. Dopo il primo engagement, dopo il fidanzamento in termini da lovestory, si passa alla costruzione di un amore; questo rapporto si consolida e si basa sulla fiducia (trust), sulla responsabilità e sulla sicurezza. Youtube serve proprio a questo, è un bacino di informazioni in cui l’utente sa quello che cerca e sa anche che ne uscirà più consapevole, capace di risolvere un problema grazie a un tutorial, rassicurato su un dubbio, educato e informato grazie a un documentario o un approfondimento. In termini spicci e più tecnici, questa si chiama conversione e serve ai content creator a generare vendite.
Proprio così, ritornando a noi, l’agenzia di marketing e comunicazione, brillante e innovativa, dovrà suggerire un piano strategico che fonda i due strumenti (short e long form) in modo coeso e coerente per trasformare una comunicazione vincente in frutti concreti, vendite e clienti per l’azienda o il progetto. Per riassumere, il formato non fa tutto, ma è la strategia che il contenuto utilizza quando deve comunicare qualcosa di importante!
Rivolgiti a un’agenzia al passo con i tempi per un piano strategico vincente!
Short, long, reels brevi e video lunghi e articolati, IG e Youtube, per non parlare di Facebook o Tik Tok, ogni strategia non è fine a se stessa ma funziona come un tool e fa parte di un programma più ampio e articolato. Non serve a nulla creare video senza coscienza e consapevolezza, ma è utile affidarsi a specialisti esperti che sappiano trasformare idee in valore e saper valorizzare ogni strumento conoscendone le potenzialità autonome e in collaborazione.
Viviamo in un contesto ormai iper digitalizzato e connesso: basta osservare i display dei nostri smarphone, per vedere tutte quelle iconcine colorate, espressione di una pluralità di canali, piattaforme e vettori di presenza online attraverso cui ormai ci muoviamo quotidianamente. Questa

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